Bioprodotti per la ricostruzione mammaria dopo tumore: innovativo progetto dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese finanziato dall’Organizzazione Toscana Trapianti
Data:
30 Gennaio 2020
È stato finanziato da fondi regionali OTT, Organizzazione Toscana Trapianti, il progetto innovativo di ricostruzione mammaria post-oncologica mediante l’utilizzo di cute processata in laboratorio al policlinico Santa Maria alle Scotte: si tratta, in particolare, di matrici dermiche omologhe acellulari e gamma-irradiate. Il progetto, che avrà inizio a marzo 2020, vede coinvolte due strutture dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese: la UOC Chirurgia Oncologica della mammella, diretta dal dottor Donato Casella, e l’UOS Centro Conservazione Cute, diretta dalla dottoressa Elisa Pianigiani.
«Le matrici dermiche – spiega la dottoressa Pianigiani – sono biomateriali tecnologicamente avanzati che possono essere utilizzati in fase di ricostruzione mammaria con protesi, come “estensioni” del muscolo pettorale». «L’impiego clinico di matrici dermiche sterile, acellulari e provenienti da donatore – aggiunge il dottor Casella – rappresenta una procedura consolidata e applicata con eccellenti risultati in alcune realtà in ambito nazionale ed offre un’ulteriore opportunità alle pazienti che devono sottoporsi a mastectomia per una patologia oncologica. Il tessuto cutaneo crio-preservato, infatti, mantiene un certo grado di vitalità cellulare e svolge un ruolo di terapia salvavita nei gravi ustionati. Negli altri casi – prosegue il dottor Casella -, il tessuto mantiene intatte le caratteristiche strutturali e meccaniche, costituendo una medicazione biologica ideale con capacità d’integrazione della componente dermica nel letto della ferita. Nella ricostruzione post-oncologica qual è quella mammaria, gioca un ruolo fondamentale il derma liofilizzato acellullare sterilizzato».
Il Centro di Conservazione della Cute dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese fa parte della Banca Regionale dei Tessuti e Cellule, istituita dalla Regione Toscana, intesa come una banca interdisciplinare con il compito di selezionare, raccogliere, conservare e distribuire a scopo di trapianto tessuti umani prelevati all’interno della regione, con massimi standard qualitativi di processo e di prodotto. «Il centro – aggiunge la dottoressa Elisa Pianigiani – ha il compito di prelevare, processare e conservare cute da donatori, per il trattamento di ustioni gravi, particolari patologie come nel caso del progetto finanziato, e perdite di sostanza cutanea, come in caso di ulcere, con lo scopo di migliorare la sopravvivenza e la qualità della vita dei pazienti. Nel 2019, sono stati prelevati tessuti cutanei da 145 donatori, per un totale di circa 400mila centimetri quadrati di cute omologa, resi disponibili ai centri-trapianto per impiego clinico. Nel periodo di attività 2000-2019 – conclude Pianigiani -, sono stati effettuati oltre 20.740 innesti, grazie a 2.251 donatori per un totale di oltre 4 milioni e centomila centimetri quadrati di tessuti trapiantati: nel 47.02% dei casi sono stati impiantati su ustionati gravi».
Il dottor Casella e la dottoressa Pianigiani
Ultimo aggiornamento
30 Gennaio 2020, 10:06